Nell'Aprile
‘12 la nostra
annuale trasferta scialp ci aveva portato sulle montagne Armene.
Dalle pendici del M. Aragats (4090 m) e dalla capitale Yerevan
ammirammo la mole dell'Ararat, la montagna dove la leggenda vuole si
sia arenata l'Arca di Noè. Non mi era mai balenata l'idea di salire
l'Ararat, ma trovandolo di fronte immaginai la splendida sciata che ci
avrebbe regalato! Nonostante l'Ararat sia così vicino a Yerevan, tutta
la montagna risiede in territorio Turco, anomalia cartografica (che
vede solitamente passare i confini sulle creste) mantenuta con la forza
di un grosso dispiegamento militare turco.
Ed eccoci così al 2015, con il nostro terzo
viaggio scialp in Turchia,
un paese che ci piace frequentare perché oltre ad offrirci splendide
sciate ci da l'opportunità di vivere qualche giornata in un contesto
geografico- sociale completamente diverso da quello in cui
viviamo. Nella regione di Van quest'anno abbiamo inoltre trovato
una cultura musulmana molto più radicata e forte che nel resto del
paese, cosa che forse ingenuamente non ci aspettavamo. Ingenuamente
perché la regione è al confine con paesi come Iran, Iraq e Siria, e il
loro influsso non può non farsi sentire.
Quest'anno il gruppo è rimpolpato da due fresche "new entry", il
giovanissimo Mirco e il giovane (ma un po' meno...) Andrea; per loro è
tutto nuovo e il loro entusiasmo è un ulteriore toccasana alla nostra
bella compagnia di amici!
Arriviamo a Van con pessime previsioni meteo, ma non ci facciamo
scoraggiare, siamo sempre stati fortunati nei nostri viaggi, e contiamo
di dare una mano alla fortuna con un po' di determinazione.
All'Artos Dağı (3550 m) una bufera ci respinge non lontani dalla cima,
e il Nemrut (2813 m) lo facciamo completamente nella nebbia, ma poi la
meteo ci premia al Süphan Dağı (4058 m), dove partiti col brutto
arriviamo in cima con una schiarita ed una splendida vista. La neve è
sempre un ottimo firn.
Il maltempo insiste all'Ararat (5137 m), dove saliamo col brutto a fare
un campo in tenda a quota 3420 m, da qui contiamo di puntare
direttamente alla cima in giornata, ma il giorno dopo è ancora brutto e
la meteo per quello successivo persino peggiore, così decidiamo di
scendere; poco male: potrebbe rappresentare il movente per un nuovo
viaggio!....
Lasciamo sfogare la meteo nella giornata di trasferimento da
Doğubayazıt di nuovo a Van, facendo un po' di turismo al palazzo di
Ishak Pasha prima e all'isola di Akdamar poi.
Le ultime due giornate ci regalano finalmente cielo blu con magnifici
contrasti di colore, e ancora un ottimo firn tardo primaverile alle
cime del M. Baset (3730 m), del M. Dagyöre (3130 m) e del M. Tazarine
(3045 m), con l'aggiunta di fantastiche esperienze nei villaggi alla
loro base! Pur essendo a pochi chilometri dalla strada principale, qui
la gente continua a vivere di pastorizia in modeste costruzioni di
legno e terra; la loro accoglienza ed ospitalità ogni volta ci
sorprende e ci regala una boccata di freschezza in questo mondo di
conflitti e società corrotte!
Ora ci abbiamo veramente preso gusto, vorremmo continuare a sciare su
questa splendida "moquette"... in mezzo a questa gente, ma purtroppo è
già ora di tornare, non è giusto, finisce sempre troppo alla
svelta!
PV
Diario di bordo
Domenica 29 Marzo
2015
Partenza da Milano il mattino presto, lungo scalo a Istanbul ed arrivo
a Van nel pomeriggio; non rimane che il tempo per una doccia e il primo
di una lunga serie di succulenti kebab.
30 Marzo - Artos Dağı (3550 m)
La
meteo non promette nulla di buono, ma come sempre in questi viaggi si
parte comunque, i giorni sono contati e non si vuole lasciare nulla di
intentato. Il minibus ci lascia su una stradina sterrata, l'ultimo
tratto non può salire per non rimanere insabbiato. Spalliamo solo un
centinaio di metri, poi ci infiliamo in uno stretto canale dove siamo
al riparo dal vento. Violenti rovesci nevosi con forte vento si
alternano a più brevi tregue. Sul plateau dopo il canale riusciamo a
proseguire fino oltre una cresta spartiacque, non manca molto alla
cima, ma ormai la visibilità è ridotta a pochi metri, e il vento rende
tutto molto difficile. Proseguiamo molto lentamente per un'altra
mezz'ora, con la speranza che la prossima tregua della tormenta sia
vicina e ci lasci calcare la cima, ma niente da fare, quindi dietro
front. Nel prepararsi per la discesa il vento strappa le pelli al doc.
Il primo tratto di discesa lo facciamo in fila indiana seguendo la
traccia del GPS, non possiamo mancare l'imbocco del canale! Peccato
perché la neve è ben trasformata, sarebbe stata una bella sciata. Ce la
godiamo solo una volta entrati nel canale, poi gli ultimi cento metri
molla di colpo e sono le comiche!
Sulla strada di ritorno ci rimane il tempo per una visita al Van
Kalesi, castello che domani la città su una collina
poco a ovest.
31 Marzo - Nemrut Dağı (2813 m)
In
programma avevamo il M. Baset, ma con le previsioni meteo avverse è
meglio tenerlo per giorni migliori e scegliere qualcosa di più basso,
magari già sulla strada per l'Ararat. La scelta ricade sul Nemrut Dağı
(2813 m), un facile vulcano che in buone condizioni permette una
splendida vista sul suo enorme cratere riempito dall'omonimo lago.
Purtroppo le nuvole non si dissolvono, godiamo la pur breve sciata ma
non la vista. Proseguendo poi per Adilcevaz sulla strada ci fermiamo
all'antico cimitero Persiano di Selçuklu Mezarligi,
e per uno spuntino in una delle numerose e super-spartane "sale da tè".
Nonostante l'handicap della lingua riusciamo a passare momenti
simpatici con gli avventori! Queste piccole grandi cose rendono un
viaggio un'esperienza indimenticabile rispetto alla pura semplice
sciata!
1 Aprile - Süphan Dağı (4058 m)
Mattinata
ancora nuvolosa, lasciamo Adilcevaz quasi rassegnati ad un'altra
giornata nella tormenta ... raggiungiamo il minuscolo villaggio sul
lato orientale del Süphan Daği e senza premura pelliamo e ci
incamminiamo. Saliamo lentamente, come per dar tempo alla meteo di
migliorare, e questa pare ascoltare le nostre preghiere! Man mano che
ci alziamo il vento cala e le nuvole si diradano un poco; proprio
quando calchiamo la cima una schiarita ci concede una vista
meravigliosa a 360°; bellissimo! Galvanizzati dalla fortuna e dalla
bellezza del luogo cominciamo a sciare, quasi inebriati, la qualità
della neve contribuisce al momento magico con una splendida "moquette"!
Ma la magica giornata non è ancora terminata: dopo l'"happy hour" di
rito a fine gita, il trasferimento a Doğubayazıt ci propone le ultime
luci del tramonto su uno spettacolare altopiano vulcanico a 2500 m di
quota, tanto affascinante quanto incredibile pensare di poterci vivere!
Su lunga parte della strada poco alla nostra destra, passa invece la
cresta di confine con l'Iran, estremamente militarizzata! Per fortuna i
rapporti tra Turchia e Iran sembrano essere buoni ...
2 Aprile
- Campo 3430 m all' Ağrı Dağı
Qualche
provvista e la formalità del visto militare, poi con un pulmino 4x4 ci
portiamo alle pendici dell'Ararat, che però si non si lascia vedere,
presentandosi completamente immerso nelle nuvole. Ci aspettano i
cavallanti, che caricano cibo e tende sui loro animali e si
incamminano, e noi con passo tranquillo li anticipiamo. Arriviamo alla
posizione originale del campo, ma questo si trova a circa 2900 m di
quota, troppo basso per poter tentare in giornata la salita alla cima!
Riusciamo a convincere i cavallanti ad alzare il campo, e proseguiamo
fino a quota 3440 m. Vediamo i cavalli faticare molto nella neve in cui
sprofondano, ma i cavallanti molto abili e grandi conoscitori di questo
percorso riescono a trovare una dorsale piu' spazzata dal vento dove
riescono a salire. Veramente bravi.
3 Aprile - Campo
3430 m all' Ağrı Dağı - Dogubayazit
La
notte trascorre lenta con forti raffiche di vento e precipitazioni
continue, le tendine che abbiamo non sono proprio l'ultima tecnologia e
non aiutano! Nulla di diverso al mattino, e dopo aver consultato
l'ultimissimo bollettino, che prevede ulteriore peggioramento per
domani, rinunciamo senza grossi problemi alla cima per ridiscendere e
tornare a Doğubayazıt. Peccato solo perché la discesa è ottima, su neve
ben trasformata, le condizioni sarebbero state ideali per una puntata
alla vetta!
4
Aprile - Dogubayazit- Isola di Akdamar - Van
Prima
giornata di completo riposo: visitiamo il Palazzo di Ishak Pasha, che
sovrasta la città di Doğubayazıt, e poi ripercorriamo la strada di
ritorno a Van, con una sosta all' isola di Akdamar. Prendiamo il
battello sotto un forte temporale, ma quando arriviamo all'isola
splende un bel sole, che diffonde colori intensi con le piante di
mandorlo in fiore che contornano il bel convento Ortodosso, uno dei
pochi resti della cultura armena della regione.
5
Aprile - M.Baset (3730 m)
Finalmente
splende il sole! Il vento è ancora forte, non sarebbe ancora stata
buona per la cima dell'Ararat, ma stando più in basso si ragiona.
Sulla strada per il M. Baset rischiamo di rimanere a piedi per un
guasto al furgone, che miracolosamente arriva al punto di partenza. La
gita è splendida ed altrettanto il firn! Davanti a noi il Süphan
continua a fare bella mostra di sé, ed in lontananza cominciano ad
uscire dalle nuvole i pendii dell'Ararat.
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Il
gruppo: Paolo
Vitali & Sonja
Brambati, Fedorino Salvadori, Franco Scotti, Ruggero Vaia, Bruno
Piazzi, Ezio Varesco, Andrea De Finis, Mirco Gusmeroli.
Regione:
estremo sud-est della Turchia, molto vicini ai confini con Iran e
Armenia, ma anche Iraq e Siria non sono troppo lontani. Tutto intorno
al lago Van ci sono molte montagne ideali per lo scialpinismo, alcune
però non sono accessibili perché sul confine militarizzato con l'Iran.
Periodo
consigliato: Inizio
aprile sembra essere un buon periodo per trovare ancora buona neve
sulle montagne e vulcani meno alti, e poter pure aspirare a sciare
l'Ararat.
Accesso: In aereo via Istanbul
direttamente a Van.
Visto: è sufficiente la carta
d'identità.
Cambio: in aprile
2015 il
cambio corrispondeva a circa 2,8
Lire Turche per 1 euro.
Cartografia/GPS: sul web è
possibile
trovare mappe stradali e cartografiche per GPS.
Logistica: Un'agenzia
locale può facilitare la logistica per alloggi e spostamenti. Dovendosi
muovere con mezzi pubblici prevedete sicuramente qualche giornata in
più. Per l'Ararat ad ogni modo occorre appoggiarsi a qualche agenzia
per ottenere il visto (militare) ed un accompagnatore fino al campo.
Indumenti:
stesso equipaggiamento delle gite invernali sulle Alpi, prevedendo
temperature basse; sacco a pelo per il campo all'Ararat, il resto del
materiale da campo è provvisto dalle agenzie.
Materiale: ARVA,
pala e sonda, ramponi e piccozza; le agenzie consigliano corde ed
imbraghi per l'Ararat, ma in condizioni normali non sembrano esserci
difficoltà tecniche.
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