Paolo Vitali & Sonja Brambati
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Eraldo Meraldi
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Sonja sul 5° tiro di Eraldo ti pensa sempre al Crap di AltArrampicata moderna a Bormio?!
Vie lunghe strapiombanti ben attrezzate a fix su calcare ottimo?! Impossibile. Sanno tutti benissimo che Bormio e l'alta Valtellina sono un  vero e proprio  paradiso  per lo sci e lo scialpinismo; la poca roccia che c'è è tutta friabile!..... eppure così è!  Noi stessi abbiamo tardato a realizzarlo, nonostante potessimo godere di una baita dei nonni in zona, e da anni la frequentassimo assiduamente per lo scialpinismo. Poi col passare del tempo, ma soprattutto col maturare del senso critico e d'osservazione, abbiamo imparato a guardare meglio, e vedere quello che altri non notavano! Prima di tutto però bisogna imparare a perdere la sudditanza verso "le bellezze" altrui, e l'esterofilia tipica di noi italiani. Qualche volta dei piccoli tesori si possono nascondere anche nel nostro giardino! E' così che un estate, di ritorno dal fantastico calcare del Wenden, riposando qualche giornata nella baita dei nonni di Sonja in Valfurva prima di dirigerci verso il granito del Qualido, cominciammo a fantasticare sulle potenzialità arrampicatorie del luogo, se anche solo una piccola parte della roccia che ci circondava fosse stata di discreta qualità! Passammo così a tappeto l'enorme bastionata del Reit e del Cristallo alla ricerca di sezioni arrampicabili, ma ahimè la roccia in quella zona era all'altezza della sua fama! Non demordemmo e l'occasione successiva toccò all'evidente parete che sovrasta la Val del Braulio, ben visibile dalla strada del Passo dello Stelvio. Ed è lì che nacque questa storia! Scoprimmo le belle linee che Eraldo quatto quatto aveva già tracciato, nacque tra noi una splendida amicizia che naturalmente ci portò anche in parete insieme, dapprima a ripetere le sue vie e quindi ad aprirne di nuove insieme. Naturalmente la pessima fama che queste rocce si erano create nel tempo era in qualche modo giustificata: i tratti di grigio calcare di aspetto wendeniano si alternavano spesso ad altri terrificanti con roccia a cubetti e scaglie dove arrampicare era talvolta possibile ma sicuramente non consigliabile, e tantomeno proponibile ad un ampio pubblico. E questo è sicuramente uno dei motivi per cui i nomi degli apritori in zona non sono numerosi, o meglio, almeno per quanto riguarda le vie moderne, è sempre uno solo: "Eraldo"! Naturalmente con qualche eccezione in nostra compagnia durante alcuni brevi periodi di ferie estivi! Aprire una via moderna è sempre una gran fatica, e questo concetto si amplifica notevolmente sulla roccia dell'alta Valtellina. Naturalmente bisogna chiarire il concetto di "moderno", che non significa esclusivamente con gradi "moderni", cioè oltre il classico sesto grado! Ma significa anche lasciare la via in uno stato "godibile" per i successivi ripetitori. Oggigiorno si assiste ancora all'apertura anacronistica di itinerari stile "toccata e fuga", cioè saliti di corsa, senza lasciare materiale, e soprattutto senza pulire la via da rocce instabili e fastidiosa vegetazione! Chi apre queste vie si vanta spesso di non avere fatto ricorso a "spit", e dei tempi record occorsi per la salita, ma il risultato sono quasi sempre itinerari che poi nessuno andrà mai a ripetere, se non  per assicurarsi "la prima ripetizione", poi è l'oblio! Il fatto che oggi una via non venga ripetuta, con l'ottimo livello raggiunto dagli arrampicatori, non significa più che questa è temibile e quindi gloriosa, ma molto più semplicemente che non interessa a nessuno. La palese dimostrazione di ciò è che anche questi campioni, si allenano e divertono a ripetere quanto aperto in ben altro stile! Tante volte quindi il numero di giorni spesi per attrezzare una via, ed il numero stesso degli spit usati, non sono sinonimo di incapacità o lentezza degli apritori, ma semplicemente che questi stanno facendo "gratis" e per pura passione un lavoro anche  per voi!  Tornando allo specifico di Bormio e dintorni, le Corne del Palone potranno offrirvi una "piena giornata di vuoto", con arrampicata spettacolare ed a tratti faticosa in piena esposizione, in un ambiente fantastico ed incontaminato, a patto di sobbarcarvi circa un'ora e mezzo di avvicinamento sul caratteristico sentiero (pure questo tracciato .... meditate!) che percorre l'altrimenti terribile zoccolo. Il Crap di Alt propone mezze giornate verticali decisamente più rilassanti  per quanto riguarda la fatica dell'avvicinamento e l'impegno psicologico, ma non certo per le vostre braccia! Il Crap delle Fornelle infine lo consigliamo per un particolare "viaggio diagonale" tardo pomeridiano, magari a completamento di una giornata in Val Forcola dopo una via al Crap di Alt! Per quanto riguarda le falesie: quella dei Bagni Vecchi è sicuramente la più frequentata, meglio attrezzata e più comoda; Cancano la più "facile", ed adatta anche ai principianti, anche se non molto varia; Calar, a nostro giudizio è la più caratteristica e panoramica, ma con un avvicinamento non proprio da falesia (1,30 h) e  riservata  perciò solo ad amatori. Rimane Isolaccia, probabilmente la più ricca di potenziale, ma con l'attrezzatura ormai obsoleta quasi infrequentabile con i canoni odierni di arrampicata sportiva! E se dovesse piovere? Non temete: a Sant'Antonio  Valfurva, nella palestra della scuola, esiste un ricco muro d'arrampicata, con vie di dodici metri e pannello di tre.E' con maggiore attenzione che vi invitiamo a ripetere queste vie, abbandonando lo stile diffuso di "salgo la più bella e dura, critico e dimentico!". Provate per una volta ad immaginare il lavoro che sta dietro a quello che trovate, e prima di lasciarvi andare a facili giudizi e contestazioni provate a fare di meglio! Chissà mai che invece di sterili chiacchiere  possano nascere altri bei giardini d'arrampicata. Buon divertimento! Paolo & Sonja
Testi, disegni e immagini: Copyright ©  Paolo Vitali/Eraldo Meraldi    www.paolo-sonja.net