Arrampicata
moderna a Bormio?!
Vie lunghe strapiombanti ben
attrezzate a fix su calcare ottimo?! Impossibile. Sanno tutti benissimo
che Bormio e l'alta Valtellina sono un vero e proprio paradiso
per lo sci e lo scialpinismo; la poca roccia che c'è è tutta
friabile!..... eppure così è! Noi stessi abbiamo tardato
a realizzarlo, nonostante potessimo godere di una baita dei nonni in zona,
e da anni la frequentassimo assiduamente per lo scialpinismo. Poi col passare
del tempo, ma soprattutto col maturare del senso critico e d'osservazione,
abbiamo imparato a guardare meglio, e vedere quello che altri non notavano!
Prima di tutto però bisogna imparare a perdere la sudditanza verso
"le bellezze" altrui, e l'esterofilia tipica di noi italiani. Qualche volta
dei piccoli tesori si possono nascondere anche nel nostro giardino! E'
così che un estate, di ritorno dal fantastico calcare del Wenden,
riposando qualche giornata nella baita dei nonni di Sonja in Valfurva prima
di dirigerci verso il granito del Qualido, cominciammo a fantasticare sulle
potenzialità arrampicatorie del luogo, se anche solo una piccola
parte della roccia che ci circondava fosse stata di discreta qualità!
Passammo così a tappeto l'enorme bastionata del Reit e del Cristallo
alla ricerca di sezioni arrampicabili, ma ahimè la roccia in quella
zona era all'altezza della sua fama! Non demordemmo e l'occasione successiva
toccò all'evidente parete che sovrasta la Val del Braulio, ben visibile
dalla strada del Passo dello Stelvio. Ed è lì che nacque
questa storia! Scoprimmo le belle linee che Eraldo quatto quatto aveva
già tracciato, nacque tra noi una splendida amicizia che naturalmente
ci portò anche in parete insieme, dapprima a ripetere le sue vie
e quindi ad aprirne di nuove insieme. Naturalmente la pessima fama che
queste rocce si erano create nel tempo era in qualche modo giustificata:
i tratti di grigio calcare di aspetto wendeniano si alternavano spesso
ad altri terrificanti con roccia a cubetti e scaglie dove arrampicare era
talvolta possibile ma sicuramente non consigliabile, e tantomeno proponibile
ad un ampio pubblico. E questo è sicuramente uno dei motivi per
cui i nomi degli apritori in zona non sono numerosi, o meglio, almeno per
quanto riguarda le vie moderne, è sempre uno solo: "Eraldo"! Naturalmente
con qualche eccezione in nostra compagnia durante alcuni brevi periodi
di ferie estivi! Aprire una via moderna è sempre una gran fatica,
e questo concetto si amplifica notevolmente sulla roccia dell'alta Valtellina.
Naturalmente bisogna chiarire il concetto di "moderno", che non significa
esclusivamente con gradi "moderni", cioè oltre il classico sesto
grado! Ma significa anche lasciare la via in uno stato "godibile" per i
successivi ripetitori. Oggigiorno si assiste ancora all'apertura anacronistica
di itinerari stile "toccata e fuga", cioè saliti di corsa, senza
lasciare materiale, e soprattutto senza pulire la via da rocce instabili
e fastidiosa vegetazione! Chi apre queste vie si vanta spesso di non avere
fatto ricorso a "spit", e dei tempi record occorsi per la salita, ma il
risultato sono quasi sempre itinerari che poi nessuno andrà mai
a ripetere, se non per assicurarsi "la prima ripetizione", poi è
l'oblio! Il fatto che oggi una via non venga ripetuta, con l'ottimo livello
raggiunto dagli arrampicatori, non significa più che questa è
temibile e quindi gloriosa, ma molto più semplicemente che non interessa
a nessuno. La palese dimostrazione di ciò è che anche questi
campioni, si allenano e divertono a ripetere quanto aperto in ben altro
stile! Tante volte quindi il numero di giorni spesi per attrezzare una
via, ed il numero stesso degli spit usati, non sono sinonimo di incapacità
o lentezza degli apritori, ma semplicemente che questi stanno facendo "gratis"
e per pura passione un lavoro anche per voi! Tornando allo
specifico di Bormio e dintorni, le Corne del Palone potranno offrirvi una
"piena giornata di vuoto", con arrampicata spettacolare ed a tratti faticosa
in piena esposizione, in un ambiente fantastico ed incontaminato, a patto
di sobbarcarvi circa un'ora e mezzo di avvicinamento sul caratteristico
sentiero (pure questo tracciato .... meditate!) che percorre l'altrimenti
terribile zoccolo. Il Crap di Alt propone mezze giornate verticali decisamente
più rilassanti per quanto riguarda la fatica dell'avvicinamento
e l'impegno psicologico, ma non certo per le vostre braccia! Il Crap delle
Fornelle infine lo consigliamo per un particolare "viaggio diagonale" tardo
pomeridiano, magari a completamento di una giornata in Val Forcola dopo
una via al Crap di Alt! Per quanto riguarda le falesie: quella dei Bagni
Vecchi è sicuramente la più frequentata, meglio attrezzata
e più comoda; Cancano la più "facile", ed adatta anche ai
principianti, anche se non molto varia; Calar, a nostro giudizio è
la più caratteristica e panoramica, ma con un avvicinamento non
proprio da falesia (1,30 h) e riservata perciò solo
ad amatori. Rimane Isolaccia, probabilmente la più ricca di potenziale,
ma con l'attrezzatura ormai obsoleta quasi infrequentabile con i canoni
odierni di arrampicata sportiva! E se dovesse piovere? Non temete: a Sant'Antonio
Valfurva, nella palestra della scuola, esiste un ricco muro d'arrampicata,
con vie di dodici metri e pannello di tre.E' con maggiore attenzione che
vi invitiamo a ripetere queste vie, abbandonando lo stile diffuso di "salgo
la più bella e dura, critico e dimentico!". Provate per una volta
ad immaginare il lavoro che sta dietro a quello che trovate, e prima di
lasciarvi andare a facili giudizi e contestazioni provate a fare di meglio!
Chissà mai che invece di sterili chiacchiere possano nascere
altri bei giardini d'arrampicata. Buon divertimento! Paolo & Sonja |