Paolo Vitali & Sonja Brambati
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Tramonto a Vientiane
South East Asia
LAOS 2002
Monaco 97enne in un villaggio tribale

Laos
Myanmar
Thailand
Vietnam
Cambodia by bike

Questo affascinante paese arriva da una serie infinita di conflitti, l’ultimo con la vicina Thailandia terminato solo nel non lontano 1975. Se aggiungiamo la chiusura quasi totale imposta fino a pochi anni fa dal nuovo governo della repubblica del “socialismo reale” possiamo intuire la fatica del paese ad uscire dallo stato di isolamento. Bisogna però dire che l’intraprendente e cortese popolazione laotiana sta recuperando a grandi passi sullo stile thailandese, valorizzando al meglio le proprie risorse turistiche. Monaci ricevono lo sticky-rice all'albaNessun problema quindi a muoversi in Laos, ovunque il turista è ben accolto, le guest-house offrono alloggi dallo standard inaspettatamente elevato, il cibo è abbastanza vario e buono (anche se per un italiano è sinceramente sempre molto difficile trovare piatti comparabili alla nostra cucina nazionale, sia per qualità che per varietà!), la gente sempre cordiale e pronta al sorriso! Quasi tutti i giovani laotiani devono trascorrere un periodo di tempo, che può variare dal mese a qualche anno, come monaci nei Wat, e ciò sicuramentte influisce a formare quel carattere particolarmente amichevole e gioviale che si può riconoscere in ogni laotiano. L’onestà è sicuramente un’altra loro virtù, che vi lascierà un piacevole ricordo. Mercanteggiare i prezzi è una caratteristica ricorrente in tutta l’Asia, ed il Laos non fa eccezione, i prezzi per i turisti sono pure giustamente maggiorati, ma non abbiamo mai vissuto ne sentito parlare di furti o raggiri di alcun tipo; abbiamo regolarmente lasciato bagagli ed oggetti incustiditi senza problema! Anche la valuta non è un problema, qualsiasi guest-house o ristorante è sempre ben lieta di ricevere in pagamento i vostri dollari americani, negli esercizi più modesti potrete invece sempre usare i Baht thailandesi, ricevendo il resto nei loro svalutatissimi Kip, da usare nei mercatini o per pagare i pedaggi turistici, e non più convertibili in nessuna valuta una volta riattraversato il confine! A Novembre 2002 un dollaro americano valeva 42 Baht thailanadesi, ed un Baht valeva 250 Kip laotiani. Il prezzo di una camera per due in una guest-house variava dai 4 ai 15 dollari americani a seconda dello standard e del luogo, più costose Luang Phrabang e Vientiane, meno Vang Vieng; mediamente un pasto con birra in un locale per turisti si aggirava sui tre quattro dollari americani.

Il nostro viaggio in Laos.
Bangkok-Nong Khai-Vientiane-Vang Vieng-Luang Phrabang-Pakbeng-Huay Xai
Wat a VientianeDieci ore di treno separano Bangkok da Nong Khai, dove potete ancora provvedere a fare il visto se non vi siete premurati a Bangkok, quindi un bus locale o un tuk-tuk vi condurrà nel centro della capitale. Per essere una capitale Vientiane sembra viaggiare in un'altra dimensione, niente a che vedere con la caotica Bangkok, dieci quadre formano il cosiddetto “centro”, e non vi è rischio di perdersi! Noleggiate una bici al mattino al prezzo di 1$ ed in poche ore sarete padroni della città. Di contro non aspettatevi gli sfronzoli architettonici delle nostre città d’arte! Gli innumerevoli Wat (templi buddhisti) sono sicuramente la cosa più interessante da visitare, per il resto un bel tramonto sul Mekong e qualche mercatino locale sono le principali attrazioni che vi abbiamo trovato. Per i successivi spostamenti potrete recarvi al terminal dei bus o molto più semplicememnte e per pochi Kip in più, qualsiasi guest-house vi offrirà i passaggi in minibus per turisti fino a Vang Vieng e Luang Phrabang. E’ anche possibile raggiungere direttamente Luang Phrabang da Vientiane con una lunga risalita sul Mekong in 3 giorni (due notti) di slow-boat, o 10 ore circa di speedy-boat, piccole imbarcazioni stile motoscafo da gara dal rumore assordante che ospitano fino a 6 passeggeri muniti di casco! …. Ma forse chi ha così premura non è il Laos che deve visitare!
Vang Vieng
Appena nominata in alcune guide, questa località merita sicuramente una sosta e permette di spezzare il viaggio altrimenti lungo fino a Luang Phrabang. Da Vientiane a Vang Vieng sono circa 4 ore di minibus, e da Vang Vieng a Luang Phrabang altre 6. Il fiume Nam Song a Vang ViengTutta l’attrattiva di Vang Vieng ruota attorno al fiume Nam Song, meta di escursioni in canoa che si spingono fino a Vientiane. L’altra caratteristica dell’area è quella carsica: numerose sono le grotte visitabili, alcune con percorsi per raggiungerle che si snodano in villaggi ancora “tribali”, che meritano senz’altro una visita. L’arrampicata a Vang Vieng si concentra per ora in una sola falesia, attrezzata da Sam Lightner e Volker Schaeffe per conto dell’agenzia “Wild Side Eco Group” di Vang Vieng nel Febbraio 2002. L’area si trova nei pressi della grotta di Tham Sang, circa 8km a nord di Vang Vieng ed ospita per ora 14 tiri dal 5c all’8a+. L’accesso è caratteristico ma abbastanza complesso, quasi un’oretta attraverso una stretto canyon, una grotta ed un torrente, difficilmente la troverete se non accompagnati da qualcuno! Quindi per ora bisogna per forza appoggiarsi all’agenzia “Wild Side Eco Group” per arrampicarci, e sembra che loro siano gli unici ad avere il permesso per farlo ed accompagnarci scalatori. Questo fatto è stato ed è tutt’ora alla base di alcune polemiche nei riguardi della società, che ha in effetti attualmente il monopolio sull’arrampicata nell’area di Vang Vieng. Un’altra agenzia aveva attrezzato una seconda falesia per la scalata, ma senza il permesso gevernativo, ed ora l’area è in disuso e non si può visitare! Tutt’ora in teoria per scalare in Laos, anche nella falesia di Luang Phrabang, è necessario un permesso statale molto costoso da ottenere prima della partenza; l’agenzia Wild Side ne ha uno permanente che gli conferisce questa sorta di monopolio per l’area di Vang Vieng. E’ auspicabile che nel prossimo futuro i ragazzi della Wild Side sappiano adeguarsi ai tempi, mantenendo i loro corsi d’arrampicata per principianti nei pacchetti turistici insieme alle discese in canoa e la visita alle grotte, ma non ostacolino l’arrampicata indipendente ai climber che vorranno recarsi fin là, esigendo magari inizialmente un compenso per accompagnarvi nel complesso avvicinamento quale contributo all’attrezzatura! Al momento del nostro arrivo a Vang Vieng (6 Novembre 2002) la stagione delle pioggie  era da poco conclusa, ed i tiri nella falesia non erano ancora stati ripuliti dala vegetazione che cresce rigogliosa nella grotta, quindi per noi comunque niente arrampicata a Vang Vieng. Ci rifaremo a Luang Phrabang!
Luang Phrabang
Passato Vang Vieng la strada recentemente asfaltata si snoda fra pittoresche colline coperte da rigogliosa foresta monsonica, ogni tanto ai suoi bordi sorge qualche sparuto villaggio. Il Mekong dalla falesia in fronte a Pok OuNel periodo monsonico il tragitto, come d’altra parte su ognuna delle poche altre strade del Laos, può diventare imprevedibile per via dei continui smottamenti di terra; tra Novembre e Marzo invece si viaggia generalmente bene, e la zona sembra anche essere tranquilla dal punto di vista politico-sociale, non si verificano più attacchi ai viaggiatori da parte dei ribelli ormai da diversi anni. L’operosa ma tranquilla cittadina di Luang Phrabang sorge alla confluenza del fiume Nam Khan nel Mekong, ed è una delle principali mete turistiche del Laos. Oltre ai numerosi Wat, alcuni dei quali veramente notevoli, le attrattive turistiche classiche di Luang Phrabang sono le belle cascate di Tat Kuangbi, circa due ore di battello verso sud e la grotta di Pook Ou, due ore di battello verso nord (entrambe raggiungibili anche via terra), nonché alcune escursioni e trekking ai villaggi tribali della giungla, alcuni anche dell’antica etnia Huang. La visita ad alcuni di questi villaggi è qualcosa da non perdere! Il Laos è uno dei paesi con il minor numero di strade, la maggior parte della popolazione vive ancora in questi villaggi principalmente delle proprie coltivazioni. Il Mekong in questo caso è la loro principale arteria di comunicazione. Nel 1999 il governo del Laos (LPDR - Lao People’s Democratic Republic) ha attuato una politica di incentivazione del turismo, aprendo anche le aree ancora chiuse e permettendo attività fin allora vietate, fra queste l’arrampicata. In quell’occasione una spedizione mista internazionale, sei scalatori da USA Giappone e Venezuela, guidata da Dan Morris ha approffittato di uno speciale permesso e si è insediata per quasi un mese al villaggio di Pok Ou per attrezzare la falesia posta sulla riva opposta del fiume Nam Ou. La vasta parete rimane proprio in fronte alla grotta di Pook Ou, e prende il nome di Arrampicata alla Eagle RockSwallow Rock (La roccia delle rondini). Il piccolo settore attrezzato si trova nel centro della parete rossa più bassa posta a sinistra della parete principale nera, che si eleva per circa 200m direttamente dal fiume. L’accesso avviene naturalmente via barca, approdando al limite sinistro della parete nera presso una spiaggetta fangosa e quindi risalendo verso sinistra la breve e non intricata vegetazione alla base della parete rossa, denominata Eagle Rock. La spedizione di Dan Morris attrezzò 13 tiri in questo settore di cui riportiamo la relazione, ed altri sei vie non ben definite con protezioni prevalentemente naturali di cui non conosciamo la dislocazione. La roccia è un bel calcare rosso, ricco di fessurazioni e concrezioni, con la strana tendenza però a lisciarsi velocemente dopo pochi passaggi. Alcune vie sono veramente notevoli, ma teniamo a sottolineare che chi vorrà arrampicarci non dovrà venir sin qui con la sola idea delle vie, pena rimaner deluso e perdersi il bello del viaggio. Il campeggio alla base della parete è vietato, il modo migliore per arrampicarci è fare avanti e indietro da Luang Phrabang con un’imbarcazione noleggiata (con conducente!) per l’intera giornata, prezzo nel 2002 di 12$. Le ore centrali della giornata (12-15) sono molto calde, quindi per arrampicare bisogna approfittare delle prime ore del mattino, appena si diradano le nebbie mattutine, oppure le ore più miti precedenti il pittoresco tramonto, che avviene circa alle 17:30, ma in questo caso bisogna prevedere il ritorno a Luang Phrabang via terra poiché le imbarcazioni non viaggiono on il buio, oppure pernottare al villaggio di Pok Ou, dove non esistono ancora guest-house, ma si può trovare ospitalità per una notte ai proprietari degli spartani ristoranti sul fiume. Naturalmente non aspettatevi stanza con bagno privato ne tantomeno doccia, ma una frugale ospitalità per una notte diversa in loro compagnia!
Clicca questa riga per la relazione dei tiri della falesia Eagle Rock.
I permessi per arrampicare
La Eagle Rock a Pok OuNel 2000 e 2001 pochi sono gli scalatori che hanno visitato la falesia di Pok Ou, alcuni hanno seguito il rigido iter burocratico di richiedere in anticipo il permesso statale per arrampicare agli uffici di Vientiane, pagando qualcosa come 250$ per un permesso di quattro/cinque giorni, rischiando poi di non vederselo riconosciuto dalle autorità di Luang Phrabang che esigono altri dollari (caso realmente successo!). Altri, come noi, ci sono andati e basta! La nostra impressione è che se si chiede ad un ufficio statale di un paese agli inizi dello sviluppo turistico di rilasciare un permesso per una attività nuova e sconosciuta, naturalmente cercheranno di ricavare il massimo da voi, rilasciandovi un pezzo di carta senza alcun valore. In realtà sul posto non vi è nessun controllo e a nessuno interessa se un turista visita semplicemente la grotta di Pook Ou oppure si arrampica sulla roccia rossa di fronte! Sempre turista è, che porta introito alla loro povera economia ed è sempre ben visto! Se comunque volete seguire la strada ufficiale burocratica di seguito trovate l’indirizzo a cui richiedere il permesso:
INTERLAO TOURISME - (Kamtanh Keungpanha)
Luang Phrabang Rd - Po Box 2912 - Vientiane – LAOS
Tel. 856-21-214-832  Fax. 856-21-216-306

Il nostro viaggio continua quindi verso nord-ovest, seguendo il corso del Mekong, questo ampio fiume che con i suoi 1850 km  in territotio laotiano è fonte di vita e principale mezzo di comunicazione per interi villaggi. Ancora vi è la possibilità di una veloce risalita (ca 7 ore) del fiume fino a Huayy Xai con una Speed Boat, Viaggio in slow-boat sul Mekongoppure a bordo di una locale slow-boat, che impiega 2 giornate di otto-nove ore di navigazione per percorrere lo stesso tragitto, con una sosta per dormire a Pak Beng, un villaggio affaciato sul Mekong che vive praticamente come punto d’appoggio per questo tragitto, quattro guest-house ed altrettanti “ristorantini” sull’unica breve strada del paese. La prima guest-house che si incontra dal molo è pulita e l’unica con camere con bagno, le alre sono più spartane, solitamente piccole stanze divise da pareti di bamboo con bagno in comune. Ultimo giorno per noi sul Mekong, da Pak Beng a Huay Xay, da cui chi volesse continuare per il Vietnam lo potrà fare via terra per Luang Nam Tha, Dien Dien Phu e quindi Hanoi. Noi optiamo invece per il breve traghetto che ci riporta in Thailandia, alla cittadina di Chiang Khang, dove qualche bancarella più ordinata ed un minimarket ci sembrano un enorme salto verso la civiltà. Oltre ad un Wat ed alla terrazza della guest-house  sul Mekong, Chiang Khong non offre altre attrattive, quindi il mattino seguente ci rimettiano in viaggio, destinazione Myanmar. Circa 55 km da Chiang Khong a Chiang Seen, quindi 8 km a Sob Ruak, meglio conosciuta come “The Golden Triangle” (Il triangolo d’oro), paese di confine fra tre stati (Thailandia, Laos e Myanmar) e simbolo del mercato d’oppio; poi altri 34 km fino a Mae Sai, per un totale di 97 km percorsi in 5 ore su minibus locali che svolgono servizio passeggeri e merci girovagando in tutti villaggi laterali alla strada principale sono un ottimo deterrente alla labile sindrome occidentale da cronometro residua dopo due giorni di slow-boat sul Mekong.
Questa zona, oltre che importante centro di contrabbando e traffico d’oppio è anche un importante fulcro del commercio tra i tre paesi e la vicina Cina. Al vasto mercato di Mae Sai è possibile acquistare a prezzi stracciati (naturalmente con la solita contrattazione) una vastissima gamma di merci, dai funghi secchi terapeutici agli Hi-Fi.
Mae Sai è anche uno dei pochissimi paesi da cui è possibile per i viaggiatori entrare in Myanmar via terra, anche se poi gli spostamenti sono limitati da rigidissime regole (vedi pagina del Myanmar).

Quali prospettive per l’arrampicata in Laos?
Arrampicata alla Eagle RockFrancamente credo pochine, se non almeno a lungo termine! A Vang Vieng abbiamo notato altre strutture adatte all’arrampicata, ma non certo neppure lontanamente paragonabili a quelle della zona di Phra Nang in Thailandia, e rispetto a questa manca poi l’elemento fondamentale perche’ un occidentale decida di spendervi un periodo di vacanze: il mare! E naturalmente se non saranno gli stranieri a chiodare delle nuove falesie non ce lo si può certo aspettare dai locali, che hanno ben altre mansioni cui pensare, prima fra queste il riso quotidiano! Nella zona di Luang Phrabang non ho notato invece altre strutture paragonabili a quella dell’ Eagle Rock, che nonostante abbia ancora molte possibilità da offrire, non giustifica certo un così lungo viaggio se finalizzato unicamente all’arrampicata. In definitiva, a breve scadenza è possibile che altri settori verranno attrezzati a Vang Vieng e che la Eagle Rock di Luang Phrabang venga ampliata, ma oltre a qualche rarissimo scalatore thailandese credo che questi luoghi rimarranno a lungo uno spot per scalatori amanti del viaggio, che vorranno scarrozzarsi una corda 12 rinvii imbragatura e scarpette per il sud-est asiatico, magari usandoli come spunti e punti riferimento per inventarsi un bel giro, abbinato magari alle fantastiche falesie di Phra Nang in Thailandia.


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