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Veramente
una bella idea quella di Martino Quintavalle ed Elia
Andreola
di riprendere la parte alta della vecchia via al Becco dell’Aquila
(Luglio
2004, in accordo con i primi salitori). La via originale, che si trova
su un ardito pilastro roccioso a 2496m al termine occidentale della
lunga
Cresta di Reit, fu aperta dai finanzieri Alessandro Partel
e Aurelio
De Zolt il 5-6 agosto 1971 e ripetuta poi da Ferruccio
Cavazzi e compagni,
con variante. La prima invernale fu degli stessi Partel e De Zolt. La
parte
bassa della via si svolge in un canale ghiaioso sicuramente non più
proponibile agli scalatori moderni, di qui l’idea di riattrezzare la
sola
parte alta con accesso dalla cima. Martino ed Elia hanno attrezzato una
doppia nel canale laterale al Becco, e una cengia che conduce alla
sosta
all’inizio delle difficoltà, dove hanno piazzato alcuni spit a lato
dei vecchi chiodi, permettendo così di arrampicare in libera con
una certa sicurezza, e rinforzato le soste. Con questa soluzione si
scala
la parte migliore della via, con difficoltà continue e roccia non
ottima, ma comunque apprezzabile; è una via che divertirà
sicuramente gli scalatori con un passato “alpinistico”, forse ancora un
po’ indigesta ai moderni climber nati e cresciuti sulla sola plastica o
falesie!
Accesso: da Bormio
seguire la strada dello Stelvio; passata la galleria dei Bagni Vecchi e
la deviazione a sinistra per Boscopiano, continuare fin poco prima del
primo tornante, dove si parcheggia a sinistra in un ampio spiazzo con
cartello
del Parco. Tornare a piedi sulla statale, passate delle reti
protettive,
appena prima della semicurva imboccare il sentiero segnalato da bolli
rossi
(sentiero n°5 per Le Buse), seguirlo per circa un’ora, ad un bivio
tenere il sentiero di sinistra, che diventa pianeggiante, dopo un
centinaio
di metri, in corrispondenza di un grosso masso con bollo del sentiero,
cominciare a salire prima per prati poi per ghiaioni in direzione
dell’evidente
cima del Becco (dall’auto circa 1h 30’). Giunti all’ampio colle a
sinistra
della cima calarsi da uno spit con bollo rosso (lasciare un moschettone
che si recupererà al ritorno) per 55m nel canale (bastano anche
2 corde da 50m perché la parte bassa del canale è molto facile).
Una freccia rossa indica la cengia, che si segue per circa cento metri
(alcuni spit, meglio legati!) fino all’inizio della via riconoscibile
dalla
sosta con 1 spit + chiodo e bollo rosso.
Per ripeterla sono necessarie
due mezze corde da 50m, una dozzina di rinvii, fettucce per le soste e
casco. Dislivello circa 100m, 4 tiri con difficoltà max di 6c+,
6a+ obbligato.
Il Becco dell'Aquila visto
da Bormio,
a dx uno schema del vecchio
e nuovo accesso