Paolo Vitali & Sonja Brambati
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Monte Qualido - parete est
ARTEMISA
richiodata e pulita da Nicolò Bartoli e Omar Cavallin
 
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Nicolo' durante la richiodaturaLa prima via sulla Est del Monte Qualido, l’enorme parete che domina l’omonima laterale della Val di Mello, risale al 1978 ad opera di Paolo Masa e Jacopo Merizzi: è la “Via Paolo Fabbri 43”. Sono gli anni ruggenti della Val di Mello, e nel 1982 il Pilly e lo Jacopo tornano in compagnia del fuoriclasse Antonio Boscacci. I tre Sassisti di Sondrio salgono “Il paradiso può attendere”, una impresa di altissimo livello con arditi tratti in artificiale e in libera.

Nel 1989 fa la sua comparsa sul Qualido la cordata del lecchese Paolo Vitali, con la moglie Sonja Brambati e Gianni Rusconi, quest’ultimo il grandissimo alpinista valmadrerese. Quello della “via del Fratello” al Badile, per intenderci.

Transqualidiana è il nome del nuovo itinerario, che ben rappresenta il lungo viaggio attraverso la parete sconfinata, che richiese un gran numero di vai-e-vieni. Il venerdì sera, terminato il lavoro, il tre volano in Valle e, stracarichi di materiale, salgono il ripido Sentiero dei Melat in un’ambiente solitario e selvaggio. È subito chiaro che una salita del genere richiede un approccio nuovo: come per le vie che venivano aperte in quegli anni in Val di Mello, ma su scala diversa. La salita avviene dal basso su placche compattissime, scalando il più possibile in libera e proteggendosi con gli Spit che vengono fissati a mano… circa 15 minuti per ogni ancoraggio, con entrambe le mani impegnate, stando in precario equilibrio. L’impegno fisico e mentale è massacrante, e dopo qualche tiro bisogna scendere lasciando le corde fisse. Si ritornerà il venerdì successivo, dopo una settimana di lavoro! 680 metri, 21 tiri, 6c/6c+ obbligato, alcuni passi singoli in A1 ancora da liberare.

Paolo è affascinato dalla parete, apparentemente inscalabile, ma che, se osservata col binocolo nella luce obliqua del tramonto, rivela molte protuberanze che lasciando sperare in una progressione per buona parte in arrampicata libera. Dopo qualche anno, entra in azione un bel trapano a batteria, ma sempre salendo dal basso. Dopo Transqualidiana Paolo e Sonja aprono altre nove vie, da soli o più spesso in compagnia del forte scalatore Adriano Carnati e, in una occasione, di Eraldo Meraldi.

Nel frattempo, sul Qualido operano altre cordate, pochissime, tra qui quella del formidabile scalatore premanese Tarcisio Fazzini con Ottavio Fazzini e Norberto Riva, (La spada nella roccia, 1989), quella di Covelli, Fieschi, Spatola, e quelle di Stefano Pizzagalli, Domenico Soldarini, Simone Pedeferri e Marco Vago. Anche Igor Koller mette la sua firma sulla parete.

Negli ultimi anni Simone Pedeferri e Marco Vago si sono dati da fare liberando le vie di artificiale e concatenando i tiri più belli e duri della parete.
 

Artemisia: I tiri della parte altaRecentemente, un capitolo nuovo l’ha iniziato Nicolò Bartoli che ha richiodato ARTEMISIA, in completo autofinanziamento. Una via che si può commentare così (facendo un mix tra le recenti impressioni di Nicolò, e quelle più antiche di Paolo): “E’ una scalata piacevole, una delle più abbordabili del Qualido anche per l’omogeneità nelle difficoltà e nelle protezioni. Un viaggio su roccia praticamente sempre perfetta per gli amanti della placca lavorata”.

Questo il criterio di richiodatura, utilizzando le parole di Nicolò: “Lungo i tiri sono stati sostituiti tutti gli spit con fix 10mm Inox, mantenendo il numero e il posizionamento originali, variando a volte quest’ultimo leggermente, di poche spanne, per diminuire gli attriti e facilitare le rinviate per favorire al massimo l'arrampicata in libera. I chiodi in loco sono stati ribattuti e ne è stato aggiunto uno su L3. Alcuni di quelli incontrati tuttavia non risultano più sicuri, ma sono utili per la ricerca della via, e sono ben integrabili con protezioni veloci di ottima affidabilità. Le soste ora sono tutte a fix 10 mm. È stata fatta inoltre una buona pulizia da ciuffi e zolle, ma soprattutto da massi e lame instabili pericolose. Rimangono le piccole insidie di certi appigli e appoggi da usare con cautela e audacia! Per quanto riguarda le difficoltà, penso che siano corrette, ma potremo averne maggiori certezze con le future ripetizioni da parte di giovani cordate di arrampicatori moderni". 

La via è stata riattrezzata assieme ad Omar Cavallin, alla sua prima esperienza in Qualido.

Nicolò è ormai un assiduo frequentatore del Qualido, e tra i suoi progetti c’è la richiodatura di Transqualidiana, iniziata qualche anno fa e ormai a metà dell’opera, cioè fino alla grande cengia mediana. La via sembra prestarsi alla completa arrampicata libera … Un augurio a Nicolò di completare presto il suo grande progetto!

Altre vie in Qualido hanno ancora i vecchi tasselli da 8 mm messi a mano, che meriterebbero una revisione con fix inox, un lavoro improbo per pochi adepti!

Per l’elenco completo delle vie vedi la pagina QUALIDO.


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