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Raccontare
vent'anni di alpinismo e viaggi comunicando parte delle sensazioni ed
esperienze
senza annoiare non e' facile! Ci tentiamo con questa collezione di
immagini,
una trentina per ognuna delle esperienze più importanti vissute
in montagna. Commento dal vivo.
GIRO
IN GIRO
è
il titolo che abbiamo voluto a dare al nostro racconto di circa un'ora
e mezzo per 400 diapositive ,attraverso le quali potrete rivivere le
seguenti
avventure - versione
stampabile
pdf 227KB
Patagonia:
Cerro Murallon
Prima
salita assoluta
per lo spigolo
Nord/Est, 1300 di dislivello ED+.
Quattro
giorni e
mezzo per la salita
dopo due mesi e mezzo di assedio, un giorno nella bufera sui pendii
sommitali
per tentare la discesa da Ovest verso il Cile, ed un altro giorno per
la
discesa in doppia sulla via di salita. Con Casimiro Ferrari e Carlo
Aldè
la spedizione comprendeva inizialmente anche Marco Ballerini e Fabio
Lenti.
Una montagna di scomodo accesso, sconosciuta, mai salita, sul confine
tra
Cile ed Argentina, 100Km in linea d'aria a sud/ovest del gruppo del
Torre;
31 notti passate in truna di neve alla base, sette giorni in parete per
la salita finale di cui gli ultimi tre nella bufera e senza cibo ....
tutto
ciò alla tenera età di 19 anni. Ancora oggi credo rimanga
la salita e l'esperienza nel complesso più dura e sofferta di tutta
la mia vita verticale e non! |
Aiguille
Poincenot
Settima salita assoluta, prima
per il
Pilastro Ovest/Nord/Ovest.
Quattro giorni in stile alpino, 1000 m di zoccolo e canale dal 2 al 5+
e 50°, poi 700 m di pilastro di 6+/A2. Con Daniele Bosisio, Marco Della
Santa, Mario Panzeri. Dopo la durissima esperienza al Cerro Murallon mi
ripromisi di provare altre esperienze, l'Himalaya e gli 8000, il Perù
e quant'altro, prima di ritornare a farmi sbattere dall'infernale vento
patagonico..... invece, appena finito il servizio di leva, il primo
grande
viaggio mi vide di nuovo in queste magiche terre australi, e ancora una
volta ebbi la fortuna di realizzare una prima di grande soddisfazione,
su di un granito veramente da sogno! |
Cerro
Torre
Diciassettesima salita della
Via Maestri
(via del compressore)
con Marco della Santa.
Dopo una rovinosa caduta
durante la discesa
dall'Aiguille
Poincenot, 70m di volo nel canale con distorsione di entrambe le
caviglie,
credevo di concludere la mia trasferta patagonica con una tranquilla
visita
a Hushuaia e Terra del Fuoco. Poi però non riuscimmo ad anticipare
il volo di rientro, e le caviglie migliorarono. L'idea anche solo di
mettere
la mani sul Torre mi galvanizzava! Dopo un paio di tentativi
infruttuosi
per il solito maltempo, una schiarita passeggera ci permise un ultimo
tentativo
in extremis, a tre soli giorni dal volo di rientro in Italia. Il vento
tacque fino alla zona delle Torrette, il muro finale dei chiodi a
pressione
lo salimmo sotto le violente raffiche della imminente tempesta. Toccai
con Marco la cima della montagna forse più bella al mondo 19 ore
dopo aver lasciato la Spalla. La discesa ci impegnò per altre sette
ore nella bufera, per un totale di 26, poco più di una piena giornata
per realizzare un grande sogno, per una volta graziati dalla furia
della
meteo. |
Perù:
Nevado Ranrapalka
6164m,
ripetizione
della cresta
nord-est.
Sonja
ed io ci
eravamo conosciuti
da pochi mesi, e questo viaggio rappresentò per noi un vero e proprio
"collaudo di coppia"! Partiti con il solo biglietto aereo ed il nostro
zaino scorrazzammo per la Cordillera Blanca, l'Alpamayo ci respinse con
una copiosa nevicata, sulla cresta del Ranrapalka andò meglio, e
raggiungemmo la "nostra" prima cima extraeuropea. Ma i ricordi più
belli di questo viaggio sono legati alla gente, al loro folklore e
amicizia,
il "Cammino degli Incas verso Machu Pichu" concluse in bellezza questa
fantastica esperienza. |
Karakorum:
Sosbun Spire
Prima
salita della
Sosbun Spire
I (circa m 6000) in Karakorum Pakistano, per lo spigolo sud-est (1000 m
6+/A0), in due giorni di salita ed uno per la discesa dopo preventiva
attrezzatura
di 250 m, fu la spedizione più "leggera" che abbiamo mai vissuto.
Cinque soli portatori ed i nostri cinque zaini più pesanti dei loro
carichi, per un mese d'avventura in una valle sconosciuta, fuori dai
percorsi
classici dei trek e delle spedizioni alpinistiche, su una guglia
granitica
tentata l'anno precedente da una squadra polacca, una splendida via di
arrampicata libera per 35 tiri di corda! |
Bublimutin
(Lady's finger)
Ancora
un' esperienza
nel duro
Karakorum pakistano, per la precisione nella Valle Hunza, sulla
Karakorum
Highway verso il Khunjerab Pass. Proprio dalla strada è ben visibile
questa bellissima piramide granitica la cui foto era già
stata pubblicata da Mountain e su di un libro di Doug Scott. Mi
risultava
difficile credere che quella parete non fosse ancora stata salita, ma
così
era, e noi volevamo salirla in tre, in capsule-style. Purtroppo la
meteo
fu particolarmente ostile, e non andammo oltre il terribile canale
d'accesso!
La parete rimase inviolata fino ad una successiva spedizione pesante
giapponese. |
USA
- Salathè Wall & Coast to Coast by rocks
Sposini
in viaggio di
nozze, sotto
gli occhi increduli dei locali di Camp4, saliamo la Salathe' Wall a El
Cap, e di seguito la Snake Dike all'Half Dome, per poi girovagare ed
arrampicare
per due mesi nei parchi di otto stati del West; da Tuolumne Meadows a
City
of Rocks, alla Devil's Tower, Joshua Tree ..... A distanza di undici
anni
torniamo per lavoro negli States, e aggiungiamo una "breve" vacanza in
cui percorriamo una particolare "Coast to Coast", da New York a San
Francisco,
passando per tutti i più famosi santuari verticali: Shawagunks,
New River Gorge, Red River, Jackson Falls, Eldorado Canyon, Rifle, Red
Rocks, Mount Charleston, Bishop, Yosemite. |
Himalaya
indiano: Neverseen Tower
Nella valle himalayana del
Miyar, sulla
linea di confine
fra Himachal Pradesh e Zanskar, c'è un paradiso di granito totalmente
sconosciuto. E, soprattutto, una magica torre monolitica di color
"rosso
Capucin". Una magica esperienza che alle soglie dell'anno 2000 ci ha
visto
"scoprire" una valle sconosciuta e numerose torri granitiche mai salite
e persino non segnate sulle carte. Sensazioni indimenticabili che ci
hanno
fatto sentire dei veri "esploratori"! La salita della più imponente
delle torri, che battezzammo appunto Neverseen Tower, ci nego' la cima
per una decina di lunghezze di corda a causa del maltempo, ma questa
rimane
una delle esperienze più belle della nostra "carriera verticale". |
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Kishtwar
Shivling
Un tentativo
all'inviolato pilastro
est del Kishtwar
Shivling e una ricognizione nelle valle circostanti. Alla maniera dei
pionieri
del bel tempo antico. Un cocktail di esplorazione, trekking,
arrampicata
tecnica e, perché no?, un po' di turismo. Per la cronaca lo
strapiombante
pilastro è tuttora inviolato, ed il pericoloso canale d'accesso,
a cui sfuggimmo fortunosamente, ne protegge l'accesso ..... noi ci
accontentammo
poi della prima salita di una montagna nevosa di 5600m che battezzammo
Bugjan Peak. |
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Nepal:
trekking nella Valle di Rolwaling
immediatamente
ad
ovest della super
frequentata
Valle del Kumbu la Rolwaling Valley è stata chiusa agli occidentali
fino ai primi anni 90, preservando così la sua natura incontaminata
e selvaggia. Un trek in quella valle, organizzato in completa
autonomia,
e con il minimo ricorso all'aiuto di pochi portatori per il cibo
indispensabile,
è un'avventura che ti riporta indietro nel tempo, nei villaggi dove
la vita scorre come un secolo fa. Il complesso passo del Trashi Labtsa
a 5755m conduce poi alle porte dell'Everest, nella parte alta della
Valle
del Kumbu, che riserva comunque paesaggi unici. |
Pamir
Alai: Ortochasma e Ak
Su Valley
Ad
est la valle di
Lyalyak, con
i picchi granitici su cui si svolgevano i campionati alpinistici russi,
ad ovest la Valle di Ak Su, rinomata per le vertiginose pareti
granitiche
già conosciute agli alpinisti occidentali; e fra le due valli un
ampio spazio sconosciuto! Che vi sia pure granito?! Con questa idea
partiamo
alla volta dei sognati paesi Kyrghisi ed Uzbeki a ridosso della città
di Samarkanda. Un viaggio fantastico, a stretto contatto dei pastori
locali
che ci hanno ospitato ed aiutato con i loro cavalli. Non importa se la
valle che cercavamo, dall'impronunziabile nome di Ortochasma, ci ha
riservato
solo inscalabile conglomerato ....... qualche soddisfazione verticale
ce
la siamo poi tolta con tre "viette" nuove nella Valle di Ak Su .... li
il granito era garantito! |
Groenlandia:
Nalumasortoq
Una
montagna
sconosciuta dal nome
impronunziabile ed il suo vertiginoso pilastro ancora inscalato, un
amico
svizzero veterano della Groenlandia conosciuto in Yosemite e due
giovani
nuovi compagni svizzeri/francesi sono gli ingredienti base di questa
salita
ai confini del mondo! Seicento metri di salita vertico-strapiombante,
con
grande uso di tecnica artificiale e volo in discesa con rientro
rocambolesco
il risultato finale. |
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Alpi:
Val di Mello - Qualido - Masino
Non
è detto che le
montagne
e gli ambienti più belli si nascondano sempre negli angli più
remoti del mondo, tante volte basta voltare l'angolo! Abbiamo
cominciato
a frequentare la Val di Mello sin dai primi anni della sua scoperta
"alpinistica",
ed abbiamo avuto la fortuna di poter "inventare" molte linee nuove
sulle
sue placche solari, sfruttando al massimo le nuove tecniche di
arrampicate
in aderenza e di protezione dal basso tramite spit piantati in precario
equilibrio. Affinata la tecnica l'abbiamo poi "esportata" alla big-wall
nostrana del Qualido, che poco aveva da invidiare alle mitiche pareti
di
Yosemite, ma ad un'ora da casa! Su questa parete abbiamo preferito alla
tecnica artificiale una libera spinta ai massimi livelli, tornando per
molti fine settimana consecutivi ogni anno a completare una decina di
vie
lunghe fino a venti tiri di corda, con difficoltà obbligate fino
al 7a. Tutte le montagne del Masino-Bregaglia offrono occasioni simili
di scalata, con lunghe pareti ancora da salire, ma isolate spesso da
lunghi
accessi. Anche su queste abbiamo inventato le "nostre" salite, e
tutt'oggi
molte altre rimangono da salire. |
Bormio
(Alta Valtellina) - Lecchese
Valorizzare
le aree
di "casa nostra"
è sempre stato un altro nostro obiettivo prioritario, con il motto
che "l'erba del vicino non è sempre più verde"! L'area "nativa"
del lecchese è ricchissima di strutture brevi e lunghe e vanta una
lunghissima tradizione alpinistica, ma ancora oggi riserva bellissime
possibilità
per inventare nuove vie lunghe ed anche falesie. A Bormio risiedono
invece
le radici di Sonja e la "casa delle vacanze", e non poteva quindi
sfuggire
alla regola! Un'area che aveva una cattiva fama per l'arrampicata, per
via della roccia per lo più friabile; ma un'attenta osservazione
del territorio ha rivelato nuove insperate ottime possibilità. |
Thailandia
- Vietnam - Laos - Sri Lanka
Prha Nang
- Halong Bay -
Mekong
L'arrampicata
può anche
rappresentare il movente per un viaggio alla scoperta di paesi lontani,
gente e culture diverse, un obiettivo che serva da stimolo per partire,
e su cui costruire un'esperienza che vada ben oltre il puro fine
sportivo.
Con questo spirito abbiamo visitato Tailandia Vietnam e Laos,
ricavandone
esperienze umane e di vita eccezionali. L'accoglienza ed il calore
della
popolazione Thailandese completano il panorama d'arrampicata
altrettanto
fantastico della penisola di Prha Nang, mentre in Vietnam per ritrovare
un contatto umano con la popolazione abbiamo dovuto abbandonare le
rotte
"turistiche" e girare in bicicletta per i villaggi, rinunciando
all'idea
di arrampicare. La scalata alla Eagle Rock in Laos non è
che una scusa per risalire con le barche locali il Mekong fino al
triangolo
d’oro. Backpacking in Sri Lanka: non abbiamo trovato proprio nulla di
scalabile
.... ma forse è il caso di cominciare a prendere in considerazione
anche questo tipo di viaggi!... |
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Sardegna
- Grecia
Non
serve
andare tanto lontano
per ritrovare fantastici luoghi dove coniugare arrampicata, fantastici
ambienti naturali, mare e divertimento! le falesie della Grecia
continentale
e l'isola di Kalymnos, ma l'ancor più vicina Sardegna offrono quanto
di meglio un moderno climber possa cercare |
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Sci-Alpinismo:Vogliamo
concludere questa carrellata di esperienze con poche immagini di una
attività
che esula un poco dall'ambito della "verticale", ma che ci regala da
vent'anni
sensazioni ugualmente uniche. La sua trattazione merita una serata a
sè,
e non possiamo dilungarci oltre. In futuro vorremmo riuscire a
dedicarci
più tempo, magari con qualche viaggio in terre lontane, oltre alle
puntate dei week-end che regolarmente vi dedichiamo da Novembre ad
Aprile. |
E
per chi non fosse ancora sazio di immagini è disponibile
1200
ore sul Qualido
filmato
VHS
della durata di 20
minuti. Girato nell'estate '97 per la Televisione Svizzera Italiana da
Fulvio Mariani, riprende i sottoscritti in arrampicata ed in apertura
di
vie nuove sulla parete est del Monte Qualido.
Per
la
riproduzione del filmato
ci si appoggia eventualmente all'impianto della sala. |
Testi,
disegni
e immagini: Copyright © 2003-2015 Paolo
Vitali –
www.paolo-sonja.net
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