Rivista
della Montagna n°255
- Marzo 2002
Pro & Contro - Vortici di Gara
a cura di
Carlo Caccia
Pareri
a confronto, con interviste a Giacomo Cominotti, Stefano Alippi,
Cristian Brenna, Desy Girgenti, Renato da Pozzo, Maurizio Oviglia,
Carlo
Bellati, Rolando Larcher, Paolo Vitali, Marco Anghileri, Christophe
Moulin
Di
seguito il testo di
Paolo Vitali, 37 anni
Lecchese. A 18 anni aveva
gią nel curriculum il Diedro Philipp-Flamm e lo Sperone Walker.
Oggi le sue vie nuove non si contano pił.
Forse non sono la persona ideale
per rispondere a queste domande in quanto non ho mai partecipato a
nessun
tipo di competizione "formale", ne di arrampicata sportiva, ne
alpinistica
o sci-alpinistica; ma oltre alle gare "cronometrate" credo che anche
nella
pratica quotidiana di qualsiasi pratica sportiva vi sia una forte
componente
di confronto, che per orgoglio ambizione o altro, ci spinge a misurarci
con gli altri e a far meglio; l'alpinismo e l'arrampicata non fanno
eccezzione.
Personalmente
ritengo che
la motivazione personale ed il confronto con se stessi
debbano essere
il motore princpale delle nostre azioni, poi il "misurasi" con gli
altri
puo' rappresentare un ulteriore stimolo, e sicuramente questa
componente
e' sempre stata molto importante per l'evoluzione alpinistica,
l'elemento
"agonistico" che ne deriva puo' essere stimolante e positivo,
naturalmente
purche' non si cada in eccessi pericolosi!
Ormai
sono piu' di vent' anni
che arrampico, scio e frequento l'ambiente della montagna;
non posso
certo pensare di confrontarmi con gli scalatori del circuito gare o con
i giovanotti tutto muscoli che divorano boulder sempre piu'
impossibili,
ma negli ambienti in cui mi muovo: falesia, vie in montagna e
scialpinismo,
sento sempre vivo in me quello spirito di confronto, che non antepongo
alla soddisfazione personale ma che comunque mi e' di sprone
a migliorare.
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