Lecco, il 6 dicembre 1996.
Dopo la riunione del Gruppo Ragni tenutasi il
28.11.96, ci sentiamo
di rendere note alcune nostre considerazioni.
Da alcuni anni stiamo assistendo ad una decisa involuzione del Gruppo,
che sta perdendo di vista il senso originale della sua costituzione:
quello
di aggregare alpinisti attivi, e di promuovere e sostenere un alpinismo
ad alto livello, coerente cioe' all'evoluzione dell'alpinismo stesso,
che
sposta sempre in avanti i propri limiti.....
La fama che e' montata intorno al Gruppo nei suoi 50 anni di vita,
e' dovuta infatti a quella "vita in parete" che ha sempre mostrato, in
ogni fase di questa lunga storia, qualche Ragno protagonista di imprese
importanti, al passo con i tempi e degne di nota dal punto di vista
tecnico
ed innovativo. Attualmente invece rileviamo che, a causa dell'impronta
data da Consiglio Direttivo e Presidenza, i Ragni prediligono attivita'
che danno solo un veloce ritorno d'immagine, solo pero' se ci si
rivolge
ad un pubblico despecializzato che poco o nulla sa della vera
evoluzione
dell'alpinismo, e prende queste attivita' di Gruppo (escluse quelle
individuali)
come un segno di vitalita' del Gruppo stesso. Invece chi si tiene
aggiornato
ed e' in contatto con l'ambiente "reale", sa che ormai ci stiamo
allontanando
dalla realtà dell'alpinismo contemporaneo.
Oggi nell'ambito dei Ragni non si pone piu' come argomento principale
l'alpinismo nelle sue forme attuali, e questo lo si rileva anche dai
parametri
con i quali viene accettata l'attivita' di alcuni nuovi soci (non
tutti),
che ignorano completamente i nuovi luoghi e le nuove difficolta'
dell'alpinismo
/ arrampicata. Evidentemente non viene tenuto in gran conto che, ci
piaccia
o meno, i limiti delle nostre attivita' preferite si sono spostati in
avanti.
Notiamo invece, con grande disappunto e fastidio sempre crescenti, che
gli argomenti si focalizzano su scelte di opportunita', su calcoli e su
finanziamenti "prendere o lasciare", finalizzati, come gia rimarcato,
ad
attivita' sempre piu' spesso di facciata. Imputiamo quindi all'ultimo
Consiglio,
Presidenza compresa, una chiara reticenza a mantenere il Gruppo vicino
alla realta' dell'alpinismo contemporaneo, con il rifiuto a sostenere
ed
appoggiare le attivita' che lo avvicinerebbero invece a questa stessa
realta',
demotivando quindi i piu' giovani ad un proprio effettivo miglioramento
tecnico, e ad un'allargamento dei propri obiettivi alpinistici. Questi
ultimi non possono piu' restare cristallizzati nelle solite ripetizioni
delle solite vie sulle Alpi, o nelle spedizioni massicce di stampo
classico
alle normali degli 8000, attualmente inserite nei menu' di molte brave
Guide Alpine. Il Gruppo deve capire (non parliamo dei singoli soci,
molti
dei quali lo sanno gia') che oggi l'Alpinismo parla un linguaggio
diverso
dal suo, che si traduce nella ricerca di nuove forme di arrampicata e
di
elevate difficolta', anche in alta montagna, che porta alla
esplorazione
di nuove zone d'arrampicata di cime e pareti sconosciute, poco
"vendibili"
al grande pubblico, ma piene di splendide ed interessanti opportunita'
tecniche..... Le cronache delle riviste specializzate (magari di piu'
quelle
straniere), ne sono piene... ma a noi sembra che il Gruppo sia
soddisfatto
dei suoi primi 50 anni e non voglia più guardare avanti......
Lo scopo principale del lavoro del Consiglio e delle Presidenza
attuali,
infatti,sembra esaurirsi in una continua, ossessiva promozione del
Gruppo,
attraverso imprese ed attivita' che secondo noi dovrebbero assumere un
ruolo molto piu' marginale. Ci si riferisce ai programmi futuri emersi
nella riunione in oggetto, ed alle attivita' promosse per il 50ø
dei Ragni, simpatiche e goliardiche, ma a nostro giudizio assai poco
attinenti
con la Storia ed il prestigio di un Gruppo ALPINISTICO come il nostro.
L'orientamento scelto per la spedizione al K2 e' per noi significativo
per inquadrare la direzione che sta prendendo il Gruppo. Non stiamo qui
a valutare il reale valore dell'impresa, dovendola per forza paragonare
a quella che e' l'attuale tendenza dell'alpinismo in Himalaya e
Karakorum,
non abbiamo difficolta' ad ammettere una punta d'invidia per quelli che
hanno fatto la salita su questa splendida (e comunque difficile)
montagna.
Quello che contestiamo e' il solito giochetto di mischiare l'obiettivo
alpinistico con quello pseudo-scientifico (quando non sia anche
pseudo-umanitario)
per essere sicuri che il valore dell'impresa ne esca in qualche modo
aumentato.
Per noi invece si tratta ne piu' ne meno di uno scadimento verso quello
che oggi vengono definite "spedizioni commerciali". Finche' sono
organizzate
da Guide con clientela pagante, ci lasciano del tutto indifferenti; al
contrario questa del K2, che ha visto coinvolto il Gruppo, e
per
di piu' in occasione del 50°.
Sul numero di luglio-agosto '96 de "La Rivista del Club Alpino
Italiano",
il responsabile della parte scientifica della spedizione al K2, a cui
hanno
preso parte i Ragni, cosi' concludeva il suo intervento dal titolo
"Perche'
rimisurare il K2":
"..... sara' possibile determinare il coeficiente di innalzamento delle
due zone e quindi dire se a lungo termine l'Everest rimarra' sempre la
montagna piu' alta della terra oppure se tra 50 o 100 mila anni dovra'
lasciare il primato al K2".
In epoca di durissime "finanziarie", minacciose "eurotasse", e simili,
pensare che parte del denaro pubblico venga speso per scopi
"scientifici"
cosi' irrilevanti ci indigna come contribuenti, ma a questo purtroppo
e'
difficile rimediare, pero', almeno, non vogliamo essere i primi attori
di questa commedia.
Poteva comunque restare un isolato episodio spiacevole, che non
meritava
grosse recriminazioni, se in riunione non avessimo conosciuto con
disappunto
il programma di "imprese" per il prossimo anno; e quindi anche la
proposta
(con successo) dell'elezione di Da Polenza come socio onorario, viene
da
noi letta come un chiaro indirizzo preso dal Gruppo,
che assolutamente rifiutiamo.
Per ribattere a queste nostre rimostranze, durante la riunione ci e'
stato detto che non accettiamo queste situazioni perche', comunque,
quello
degli 8000 e' un genere di alpinismo che non ci interessa! Niente di
piu'
falso, pero' abbiamo preferito non dare la nostra disponibilita'
perche'
non ritenevamo corretta l'impostazione ed il senso della spedizione.
Altri ci hanno detto ".... i soldi pubblici sarebbero stati comunque
stanziati e la parte riservata a questo genere di progetti non e' che
una
piccolissima percentuale; tanto valeva quindi partecipare alla
festa....";
ma anche su queste affermazioni ci sentiamo di dissociarci. Questo
atteggiamento
non e' dell'ambiente alpinistico, ma rispecchia invece perfettamente
come
sono andate le cose nel nostro Paese per molti anni, e finche' ognuno
non
lo rifiutera' personalmente, niente cambiera'!
Se nella vita di tutti i giorni dobbiamo accettare molti compromessi,
almeno in montagna andiamoci con la maggior liberta' possibile.
Ed ora veniamo al nocciolo della questione, che poi e' stata la goccia
che ha fatto traboccare il vaso.
Durante la riunione del 28-11abbiamo appreso del nuovo progetto di
"EV K2 CNR", in cui alcuni Ragni faranno da "cavie" per sperimentazioni
in quota al colle sud dell'Everest, e tenteranno quindi la cima del
Lotshe,
un altro esempio di commistione tra alpinismo, pseudo-imprese e
pseudo-ricerche
scientifiche.
Purtroppo non siamo riusciti ad evitare che il principale fautore
Agostino
Da Polenza venisse accettato quale socio onorario del nostro Gruppo.
Finche'
i nostri soci ed amici partecipano a livello personale a questo genere
di spedizioni nessuno avra' naturalmente niente da obiettare; tuttavia
non vogliamo piu' vedere in futuro questi progetti nascere sotto
l'egida
del Gruppo Ragni. Il fatto poi che Da Polenza faccia ora parte del
Gruppo
non ci da' speranze di vedere rinnovate ed aggiornate le prossime
attivita'
del Gruppo. Inoltre, se guardiamo con attenzione alle cronache
alpinistiche
delle riviste specializzate, quando si cominciava a parlare di grosse
organizzazioni
in territorio extraeuropeo compariva sempre il nome di Agostino
Da Polenza; e questo purtroppo, aggiunge il legittimo sospetto che
dietro vi possano essere anche interessi personali, grazie alle sue
societa'
che operano nell'ambito dell'alpinismo e dei viaggi. Vogliamo invece
che
il Gruppo si mantenga in un ambito molto chiaro e trasparente: quello
dell'ALPINISMO.
Non sappiamo quanti Ragni siano al corrente delle molteplici attivita'
del oro nuovo socio. Vorremmo solo rammentare una delle ultime: il
tentativo
di istituire delle vere e proprie competizioni in alta quota, una sorta
di olimpiadi degli 8000, con tanto di regole e giudici di gara! Il
progetto
era da lui denominato "8000 Challenge World Cup", che non ha per
fortuna
trovato abbastanza seguito per essere attuato.
Il nostro giustificatissimo timore e' che in qualche modo il Gruppo
possa venire coinvolto in queste strane attivita', e da questo
esprimiamo
il nostro deciso dissenso.
Infine un ultima nota, sicuramente la piu' dolente, ma che non vogliamo
tacere. Sempre durante la fatidica riunione, per farci capire che
questo
genere di alpinismo ha bisogno di grossi appoggi finanziari, e' stato
portato
l'esempio, quanto mai azzeccato del concatenamento dei quattordici 8000
da parte di Benoit Chamoux. Ricordiamo che il povero Benouit e' morto
mentre
terminava il suo ultimo progetto, e sembrano essere tutti concordi che
un grosso ruolo nell'incidente sia stato giocato dalla forte pressione
insita negli appoggi finanziari e nel grande seguito dei mass-media.
Anche
Benoit
e' stato vittima della commercializzazione dell'alpinismo, ed ora anche
noi abbiamo purtroppo la nostra vittima, il povero Lorenzo. Agostino Da
Polenza sul numero di settembre '94 de "Lo Scarpone", presentando il
suo
progetto "8000 Challenge World Cup" tra le altre cose affermava: "...
se
su un campo di serie C, un giocatore muore d'infarto durante una
partita,
la notizia finisce sulle prime pagine. E si aprono inchieste federali,
recriminazioni a non finire. La morte di un alpinista passa
invece
sotto silenzio, perche' noi stessi la accettiamo come un dato culturale
che ci e' peculiare. Invece
dovremmo tutti rifiutare la logica della morte in montagna".
lmeno per questo ci troviamo d'accordo con lui, ma chissa' se oggi
la pensa ancora cosi?
Purtroppo sulla stampa despecializzata ed ai non
addetti ai lavori arrivano
sempre unicamente le versioni dei fatti abbondantemente filtrate, e
purificate
dalle verita' piu' scomode, cosi' per una volta vogliamo che il nostro
parere venga a conoscenza dell'ambiente alpinistico lecchese per
svegliarci
da una apatia che non ci portera' certo a farci sopravvivere come
Gruppo
per altri 50 anni.
Noi espressamente ci dissociamo dalle attivita' in oggetto che il
Gruppo
Ragni della Grignetta sta intraprendendo, e quindi con la presente ci
vediamo
costretti a rassegnare le nostre dimissioni dal Gruppo stesso.
Firmata da:
Paolo Vitali, Sonja Brambati, Marco Ballerini,
Dario Spreafico,
Floriano Castelnuovo, Umberto Villotta, Norberto Riva, Maurizio Garota.
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